L’immagine rappresenta la ricostruzione virtuale in 3D dell’antico Molo di Adriano.
A San Cataldo, ai tempi dei Romani, nel secondo secolo dopo Cristo, vi era infatti un porto per natanti di piccolo tonnellaggio, chiamato Molo o Porto Adriano dal nome dell’imperatore che, secondo lo storico e geografo Pausania, aveva voluto la sua costruzione in luogo di un porto che pare preesistesse ai tempi di Cesare .
Nella sua “Vita di Augusto” , Nicolao Damasceno (nato nel 64 a.c.), narra infatti che, saputo dell’assassinio di Cesare, Ottaviano fosse sbarcato in un porticciolo presso la città di Lupiae, l’odierna Lecce, forse per sfuggire a eventuali nemici che avrebbero potuto tendergli un agguato se fosse approdato nel porto di Brindisi, (molto più comodo per raggiungere Roma).
Non è certo però che il porticciolo di cui parla il Damasceno fosse proprio il molo Adriano, perchè presso la vicina spiaggia delle Cesine c’è un altro manufatto sommerso; resta il fatto che il Molo di Adriano è un’opera ingegneristica davvero interessante dal punto di vista storico e architettonico.
Infatti questo molo era un punto di riferimento strategico per le navi di passaggio tra Brindisi e Otranto, in quanto facilitava gli scambi commerciali e offriva protezione alle stesse durante le cattive condizioni metereologiche.
Oggi restano pochi blocchi di pietra visibili sopra l’acqua che rappresentano ancora un affascinante collegamento con il passato. Il molo è stato oggetto nel tempo di vari studi e scavi che hanno riportato alla luce parti della sua struttura originale, in attesa di ristrutturazione.
Le sue caratteristiche in base agli studi storici sono:
1)Posizione strategica perchè come punto di riferimento per le operazioni militari romane, garantiva un approdo sicuro per le navi da guerra
2)Commerciale, perchè fondamentale per il commercio marittimo, per la sua posizione, infatti, permetteva l’ingresso di merci da tutto il Mediterraneo.
Per la sua costruzione vennero utilizzate tecniche avanzate per l’epoca con massi enormi disposti con grande precisione.
Oggi rimane poco anche del tentativo di ricostruzione e suo prolungamento avvenuto intorno ai primi del novecento.
L’interesse per il sito è andato via via crescendo e l’Università del Salento ha condotto e sta conducendo studi approfonditi
per saperne di più:
Articolo da The Monuments People
Articolo di archeologia costiera
Comunicato stampa Unisalento 2020
Articolo da “Il grande Salento” (il porto romano di Adriano potrebbe essere di Augusto”
Articolo da “la gazzetta del mezzogiorno”(lo sbarco di ottaviano a San Cataldo)